Entrare nel sogno di qualcuno è come entrare all’interno di un proiettore, viaggiando da turista nei meandri delle sue emozioni, dei suoi sentimenti, che come matite e pennelli disegnano e colorano il suo tessuto sub-cosciente. La dimensione onirica non intende il tempo e lo spazio come da svegli, crea il suo mondo impalpabile alla mente razionale in livelli e sub-livelli, un mondo sottile ma concreto e sensibile, che cresce dentro ognuno noi.

Come gli anelli interni di un tronco indicano l’età di un albero, nel visitare e analizzare i sogni si ha la netta sensazione di attraversare cerchi concentrici che segnano un tempo, dentro una memoria personale densa di strutture, impalcature, luoghi paradisiaci, ambienti lunari o deserti. Atmosfere che ricordano a volte i capolavori di Miyazaki, altre volte gli ambienti inquietanti di David Lynch o come il nostalgico, magico e stravagante Favoloso mondo di Amelie… luoghi e aspetti che ci ricordano che dentro di noi vivono angeli e demoni, che si esprimono con riferimenti analogici di conflitto, competizione, tristezza, amarezza, amore, desiderio, paura dei propri limiti, del proprio orientamento sessuale, di tutto quello che è profondo e dimenticato; tutto questo per guidarci alla comprensione e alla guarigione. Ultima, ma non per grado, è la colonna sonora della dimensione onirica, la quale può essere contaminata spesso da un volume basso, intermittente, alto e continuo, distorto e corrosivo, inquinante e tossico del pensiero collettivo.

Dal profondo, arrivano anche i ricordi dei nostri antenati, segnati a fuoco nella memoria genetica, scritta di loro pugno, con quella calligrafia che rimane fedele al suo tempo. Rigidi schemi mentali, idiomi di generazioni controllate e represse, che si risvegliano nel nostro terreno mentale interno, portando limiti e rigori, cammini irrisolti carichi di rinunce e preghiere, promesse e voti.

A mani nude e piedi scalzi, entro emozionata, rispettosa e grata nei sogni che mi vengono condivisi, per il desiderio di comprenderne il senso, e come ricercatrice nomade di segni e messaggi chiari o nascosti cerco di decifrarli, decodificandone archetipi, codici e metafore. Così faccio da mediatore, sviluppando un messaggio coerente che l’anima invia al sognatore.